Fonte: ISTAT
Tra il 2005 e il 2013 il numero dei poveri in Italia è raddoppiato:
– otto milioni e mezzo di cittadini italiani vive in condizioni di povertà relativa;
– cinque milioni di cittadini italiani vive in condizione di povertà assoluta.
Fonte: BANCA CREDIT SUISSE
Tra il 2011 e il 2012, ci sono in Italia 127 mila persone in più, con una ricchezza superiore a un milione di euro ( attività finanziaria e investimenti in borsa ).
Fonte: ISTAT
– Il 21,2% delle famiglie italiane non può riscaldare la propria casa;
– il 29,9% delle persone residenti in Italia è a rischio povertà;
– gli abbandoni scolastici precoci è al 18,2% ( Europa al 13,5%);
– la percentuale italiana laureati è il 13,8% mentre quella Europea è al 30%;
– negli ultimi 10 anni sono diminuite del 40% le iscrizioni universitarie del ragazzi con diplomi tecnici, mentre sono aumentate quelle dei diplomati dei licei dell’ 8%.
Un Sistema tornato ad essere classista

Forse questo farebbe molto bene a quella classe dirigente di Confindustria, che per bocca del suo massimo dirigente Ing. Squinzi, tutti i giorni chiede per le imprese (sue associate):
meno tasse, più investimenti statali, più libertà di mercato, meno vincoli sindacali, meno diritti per i lavoratori, più flessibilità sulle leggi ambientali, ecc.
Per fare cosa?
Fabbriche in Cina o nei paesi del terzo mondo, soldi in Svizzera o nei paradisi fiscali e debiti e macerie industriali in Italia? La dichiarazione dei redditi 2012, siamo a 20.680 euro annuo per i dipendenti, contro i 20.469 euro dei datori di lavoro.
TANTI POVERI E TANTI EVASORI.