FIAT

 

Acronimo di:  Fabbrica  Italiana  Automobili  – Torino poi FIAT.

 

Nasce nel 1901, appunto, a Torino, per volontà di diversi soci. Successivamente, per varie ragioni Giovanni Agnelli, il nonno del famoso “avvocato” come veniva chiamato; estromise i soci e ne divenne il socio unico – il padrone.

 

Dalle officine di corso Marconi uscirono le prime automobili, che sembravano delle carrozze senza cavalli. Ma questo era un tratto di tutti i produttori di auto.

 

Il primo, significativo, sviluppo avvenne con l’avvento del primo conflitto mondiale – 1915-1918.

 

Altro sviluppo, fu determinato, dall’avventura d’Africa, per la costruzione dell’impero di mussoliniana memoria.

 

Come si vede le positive sorti della Fiat furono, sin dagli albori, legate alle forniture militari, quindi statali. Anche se già allora si predicava meno stato e più mercato e per Confindustria sembra che il tempo non sia passato.

 

Giovanni Agnelli, indossò il cappello con l’aquilotto e divenne senatore del regno; ed accolse Mussolini negli stabilimenti di Torino.

 

Nel secondo dopoguerra, anche per questo suo passato, ci fu l’avvento dell’era di Vittorio Valletta.

 

Questi, anche per necessità post-belliche, scelse una linea estremamente filo-americana, in modo acritico, spalleggiato dall’ambasciatrice americana Clare Booth Luce.

 

La conseguenza per gli operai furono i reparti confino e, cosa ancora più grave, per l’assetto economico italiano un vero e proprio disastro, conseguenze che paghiamo tutt’ora.

 

Fiat assorbì tutte le risorse statali, a scapito di settori più innovativi. Esemplare il caso Olivetti: fu la prima al mondo a concepire il calcolatore elettronico, ma non trovò le risorse per lo sviluppo industriale. Tutti, ancora, ricordiamo le parole del   ”lungimirante ” Valletta che definiva velleitaria, per l’Italia, l’industria elettronica.

 

Fiat è andata avanti sempre con questo tipo di filosofia, una specie di filo conduttore; in un mercato domestico “protetto”.

 

Appena i mercati si sono aperti, si sono aperte le prime falle.

 

La Fiat era una vera e propria conglomerata, aveva interessi in svariati settori: Ferroviario(Fiat ferrovie-locomotive e materiale annesso) , aeronautico con (Fiat Avio) famoso il G91- frecce tricolori, vernici(Ivi), biomedicale(Sorin) , autostrade (TO-MI, TO-SV-TO-BS),assicurazioni(SAI ,prima, poi venduta; poi Toro).

 

Poi c’è stata l’era romiti(Mediobanca-Cuccia) solo finanza non prodotto. Esemplare l’estromissione di Ghidella, uomo di prodotto, padre della uno.

 

Assorbito Lancia, Alfa Romeo +Ferrari e Maserati: quindi il monopolio dell’auto in Italia, ma anziché valorizzare le caratteristiche sia di Lancia (premium, come Audi) che di Alfa Romeo (sportività, come BMW) nei fatti sono state fagocitate da mamma Fiat che si sentiva onnipotente “adattando” prodotti Fiat chiamandoli Alfa o Lancia.

 

Cosa che ha fatto Marchionne, prendendo vetture americane mettendogli il marchio Lancia (thema), peccato che le hanno comperato solo i con cessionari, obbligati, ed il suo amico Matteo Renzi, che però abbiamo pagato noi.

 

L’accordo con la Chrysler, vogliono farci credere che sia stata la Fiat ad incorporare Chrysler ma in realtà è e il contrario, con i soldi messi a disposizione da Obama, per salvare l’industria dell’auto americana. Soldi che ha dovuto restituire, con gli interessi, dato che erano abituati in Italia hanno detto che erano interessi da usura. Al che Obama ha subito replicato che se non gli conveniva non erano obbligati ad accettare (Marchionne Elkan Agnelli).

 

Subito dopo è incominciata la campagna per la fusione con General Motors. Va ricordato che già c’era stata, ai tempi dell’avvocato, una accordo con GM poi gli Agnelli uscirono con un bel gruzzolo.

 

In realtà FCA voleva farsi acquisire da  GM  perché  la volontà della famiglia è di uscire dall’auto.

 

Prova ne è che le plusvalenze dal piazzamento in borsa di un quota di azioni Ferrari, gli Agnelli l’anno usata per l’acquisto si Partner-Re, una società di riassicurazioni.

 

La prova provata dell’uscita dal settore, è la messa in vendita di Magneti Marelli l’unica che fa un po’ di ricerca in campo automobilistico

 

L’ultimo conclusivo evento, è l’uscita dall’Italia, dopo FCA , anche diEXXOR, la cassaforte della famiglia.

 

Così, dopo oltre cento anni che hanno attinto, a piene mani, dall’Italia, se ne vanno a pagare le tasse in Olanda. Qui’ restano solo a farsi portar via la spazzatura.

 

Purtuttavia lo spostamento in Olanda non è dovuto solo per una questione fiscale, ma l’aspetto decisivo e dovuto alla legislazione olandese, certamente più celere di quella italiana, ma determinante è la possibilità di avere più voti che azioni: dopo 10 anni un voto, per i vecchi azionisti, vale dieci.

 

Se fosse vivo Cuccia sarebbe felice, poiché  Lui   “ diceva “ che i voti si pesano, non  solo si contano.

 

Ma si avvererebbe anche un’altra “teoria “ cucciana,” cioè  capitalisti senza capitale proprio.

 

Con buona pace di Matteo Renzi che sostiene che Marchionne ha fatto tanto per L’Italia.

 

 

 

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