E V A S I O N E F I S C A L E

EVASIONE FISCALE
Alcuni giorni orsono, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Maria Elena Boschi, ha annunciato, trionfalmente, che la lotta all’evasione fiscale di questo governo, in continuità con il precedente, Renzi, ha dato i sui frutti.
Quindi la somma recuperata era di 20 miliardi di euro.
La Boschi ci ha abituato a proclami clamorosi, senza mai un minimo di riscontro.
Peccato!
Le cifre, relative alla riscossione/evasione fiscale smentiscono, ancora una volta, i cantori della bontà di questo governo, in continuità con il precedente, di cui lei era ministro delle riforme.
L’evasione ha raggiunto cifra record di 111 miliardi di euro.
La capacità di recupero, del nostro sistema fiscale, è del 1,13 %, contro una media dei Paesi Ocse, che è del 17,1 %, sedici punti in meno.
L’ammontare, complessivo, dell’evasione è:
– 2012 = 107,6 miliardi,
– 2013 = 109,7 “ ,
– 2014 = 111,7 “ .
Per il 2015, il ministro sostiene che vi è un calo, dell’ammontare, di 3,9 mld ,
quindi se tutto va bene l’evasione dovrebbe attestarsi a 107,8 mld/€.
Come vede, signor sottosegretario, siamo molto lontani dai sui 20!!!
Alcune specifiche:

l’Irpef da lavoro irregolare, nel 2014 valeva 5,1 miliardi.
Si stima che il 55,9% di evasione che è pari a 30 miliardi e 736 milioni.

Iva: non va meglio.
L’Italia ha il record di evasione di questo tributo, relativamente all’UE.
La differenza tra il dovuto ed il pagato è pari al 30% (29,7%) e sono 40.1 miliardi.
5 anni fa la cifra era di 37,4 mld e non è attribuibile solo alla crisi; l’evasione è 1/4 del totale UE cioè il 25%, la Francia vale il 15,3% e la Spagna il 3,9%.
Se a quanto sopra, si aggiungono i “buchi” per mancato reddito d’impresa, Irap e contributi previdenziali, fa la bella cifra di 111,7 miliardi di evasione.
Il fatto è che il sistema di riscossione fa acqua da tutte le parti.
Intanto per il solo adempimento degli obblighi fiscali, in Italia occorrono 269 ore/anno, contro una media europea di 173 ore/anno.
Questo fa il paio con la riscossione, meglio la non.
Nel 2016 vi erano 21 milioni di pendenze con il fisco, di cui il 54 % non superava i 1.000 € di contenzioso.
Con delle regole strampalate (apparentemente) che di fatto inducono alla infedeltà fiscale: gli interessi sono del 4,50 % per chi rateizza e del 3,5 % per gli evasori!
Questo perché gli interessi sono fissati da due Leggi diverse che nessuno si sogna di porvi rimedio.
Nel periodo 2000/2016, gli enti creditori affidarono ad Equi-Italia la corposa cifra di 1.135 miliardi da recuperare.
Cifra pari alla metà del debito pubblico italiano, ragguardevole!
Ebbene, di tale cifra, una quota è stata cancellata dagli stessi creditori, una quota , minima, recuperata e c’è un residuo di 817 miliardi.
Degli 817 mld
– 174,4 falliti
– 85 morti
– 95 presunti nulla tenenti
– 348 posizioni tentato invano il recupero
– 26,2 rateizzate
– 32,7 non suscettibili di recupero in quanto a norme favorevoli evasori.
Va detto che l’amministrazione nei ricorsi tributari è soccombente per il 62 % dei casi al terzo giudizio, quindi in via definitiva.
La cifra aggredibile è di 51,9 mld, ma la stima, del recuperabile è di 29 miliardi, pari al 3,5%.
Quindi i 20 miliardi decantati dalla Boschi non ci sono.
A meno che non li fanno tirar fuori dai banchieri fallaci tipo Etruria.
Oltre l’inefficienza della macchina amministrativa, si aggiunge un “segnale” politico.
Gli accertamenti:
nel 2016 sono il 33,8 % in meno, da 301.996 a 199.990
introiti meno il 17,2 % da 7,4 a 6,1 miliardi.
E’ evidente che non si tratta solo di una messa a punto della macchina burocratica, ma bensì dare una svolta politica, cha sempre “aiutato” gli evasori anche con i condoni.
Condoni che vengono da lontano:
il primo risale all’anno 118 dopo Cristo, fatto dall’imperatore Adriano, di origine Iberiche; che condono 16 milioni di sesterzi, non pagati negli anni.
Dall’unità ad oggi, in Italia i condoni sono la bellezza di 80, a vario titolo.
Anche la rottamazione delle cartelle è configurabile come condono.
Che le imposte, in Italia, sono alte è un dato di fatto!
Una media impresa ha un carico fiscale del 64,8 %, 25 punti in più della media europea.
Il cuneo fiscale è del 49 % , 10 punti in più della media UE che è del 39%.
I signori del governo dicono che la media statistica della pressione fiscale è attorno al 43%, inferiore a: Danimarca, Francia, Belgio, Finlandia ed Austria.
Ma c’è una differenza sostanziale tra noi e gli altri: la platea dei contribuenti è inferiore.
In un Paese, Italia, con una evasione prossima a 1.135 mld, cioè il 50% del debito pubblico; non si possono giustificare gli evasori, ne’ tanto meno chi gli giustifica.
Voluntary disclosur:
dietro queste due parole inglesi, apparentemente innocenti, si nasconde una bella fetta di evasione.

 

 

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