V A C C I N I
Le vaccinazioni, probabilmente, sono state la più grande scoperta medica degli ultimi tre secoli. Quindi è difficile contestarne la loro efficacia e necessità che ha sconfitto alcune malattie.
Sarebbe corretto discuterne con rispetto reciproco e con un approccio meno “ideologico”.
Purtroppo ci si divide in una disputa arida come tra guelfi e ghibellini, quindi il muro contro muro.
Non va dimenticato che negli ultimi 10 anni sono stati riconosciuti 650 indennizzi per effetti collaterali da vaccinazioni.
Premesso che ogni singolo caso è un dramma, per l’interessato in particolare, dal punto di vista statistico non si giustifica il ripensamento sulla bontà delle vaccinazioni.
Quindi un legislatore accorto e rispettoso dei diritti, anche individuali, si muove in direzione di favorire la ricerca scientifica per migliorare sia la sicurezza che i protocolli gestionali.
Procedure e chiarimenti efficaci che molto spesso le case farmaceutiche non mettono in atto.
E’ necessario informare, in modo esaustivo, i genitori, per fugare le paure e superarle con il raziocinio.
Per avere una copertura di garanzia, l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) evidenzia una copertura del 95%, della popolazione, per una copertura ottimale.
In Italia si è scelta la strada dell’obbligo per Legge.
Non si prova a persuadere e rassicurare, gli indecisi, ma si ordina.
In Europa siamo in compagnia, in parte, con la Francia e con i paesi dell’ex blocco sovietico.
In Germania le famiglie sono invitate a colloqui per cercare, attraverso il ragionamento, di superare le resistenze alla vaccinazione.
Sono previste multe di 2500 € soltanto se disertano l’invito all’incontro con le strutture sanitarie e no se alla fine dicono di no.
L’Agenzia di Prevenzione e Controllo, con sede a Stoccolma-Svezia- monitora le malattie infettive per conto dell’UE, su 31 Paesi sorvegliati, 28 UE + Liechtenstein, Norvegia e Islanda.
Di questi 20 non prevedono alcuna vaccinazione obbligatoria, 11 ne hanno almeno una. La Francia ne ha tre, obbligatorie, ma sotto la presidenza di Macron/Bonaparte, vuole raggiungere l’Italia che ne prevede 11.
Oltre la Francia, l’Italia è in compagnia di: Polonia, Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia, Grecia, Slovenia e Croazia.
Buona parte di questi paesi hanno il retaggio del collettivismo, ed al consenso informato preferiscono l’obbligo.
C’è da dire che alcune diffidenze derivano da una parte dovuta al miglioramento della medicina e dalla sconfitta di alcune malattie.
Ci sono state anche dei falsi commessi da medici.
Andrew Wakefield nel 1998 pubblica su una rivista specializzata – Lancet- uno “studio” che metteva in nesso tra un vaccino e l’autismo.
Ovviamente questo ha aumentato gli scettici del vaccino, supportato da una ricerca medica.
Negli anni successivi la comunità scientifica ha smentito tale ricerca ed ha radiato, dall’Ordine, Wakefield. Ma il danno era fatto.
A fronte di ciò, In Svezia hanno intensificato l’informazione e la copertura è del 99%, senza obbligo.
Anche la Germania ha scelto la strada dell’informazione, ritenendo la coercizione non un buon mezzo.
In Austria l’obbligo è anticostituzionale.
In Italia i no vax (contro vaccinazioni) sono pochi ma molto rumorosi e qualche volta amplificati dai media, magari involontariamente.
La sanità pubblica non ha saputo rispondere con una sufficiente comunicazione, che è molto più efficace dell’obbligo, che è solo una stampella di breve termine.
Per risolvere il problema è necessaria una azione di lungo periodo.
Prevedendo colloqui, con le famiglie restie, ed una divulgazione mirata.
Gli spot televisivi sono soltanto risorse buttate dalla finestra, l’unico beneficio è dell’editore.
Oltre al materiale informativo, occorre investire sul personale sanitario.
Sono cose che costano!
Nel budget ASL le sedute vaccinali, hanno una durata di 10/15 minuti, tempo sufficiente per una brevissima anamnesi e l’iniezione.
A fronte di dubbiosi e scettici occorre almeno mezzora di tempo, e per un intervento efficace minimo un’ora.
Sono interventi complessi ma con efficacia comprovata.
Ovviamente è una procedura costosa sia in termini di denaro che organizzativa.
Saremo un martello su questo argomento, cinguettava Beatrice Lorenzin, ministro della sanità, il 12/03/2015.
Sempre la Lorenzin, il 13/11/2016, nel nuovo piano vaccini, diceva, puntiamo a fare moltissima informazione a famiglie ed operatori.
Il piano 2017-2019, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 18/02, recita: il comitato nazionale di bioetica raccomanda campagne di promozione ed informazione per rendere edotti i cittadini sia sulle strategie che sui rischi possibili.
Se ne dovrebbe dedurre che il ministro, prima dell’obbligo, promuova una grande campagna informativa.
Sbagliato!
Il decreto del 5 agosto recita:
a decorrere dal 1 luglio 2017 il ministro della salute promuove iniziative di comunicazione e informazione istituzionale, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Si diceva, una volta, non si possono fare i matrimoni con i fichi secchi.
Adesso non ci sono più nemmeno quegli, visto i tagli previsti alla spesa sanitaria.
Si ha la sensazione che anziché affrontare i problemi, si fa un bel decreto di obbligo e tutto il resto si annulla così si è al riparo da qualsiasi cosa possa succedere.
Grande scelta, soprattutto coraggiosa.